Premio Capperuccio

Anno 1606

Il premio Capperuccio

Nel quadro dei provvedimenti legati allo sviluppo avanzato della compagine urbana si colloca l’ atto solenne con cui Ferdinando I riconosce a Livorno lo status di città.
Nel 1604 il granduca fa redigere un elenco di 100 cittadini di censo adeguato e designa quattro di essi: Bernadetto Borromeo, Bastiano Balbiani, Matteo De Terenzio, Antonio Puccini, tutti uomini di sicuro affidamento

“li quali faccino et emborsino dodici gonfalonieri dè più atti meritevoli et quaranotto anziani da cavarsi di sei in sei mesi”

Veniva così rigorosamente circoscritto il quadro degli ottimati, dodici appunto cui era riservata la massima carica cittadina.

Il 19 marzo dopo aver impartito disposizioni per l ‘abito di cerimonia che il gonfaloniere e gli anziani residenti dovranno indossare nell’ esercizio delle loro funzioni, autorizzato l’ istituzione di un servizio di due donzelli in livrea, il granduca convoca in Fortezza Bernadetto Borromei, Gonfaloniere in carica e quattro anziani del Magistrato

“et udita la Messa, quivi davanti l’ altare S.M.S di propria mano con graditissime parole et offerte diede al detto gonfaloniere il capperuccio, ponendoglielo sulla spalla, dicendogli che questo era il segno che voleva per l’ avvenire portassero i gonfalonieri di questa città”

Da quel momento Livorno era elevata al rango di città e il Borromei diventava il primo gonfaloniere togato.

Proprio per sottolineare il significato distintivo del capperuccio, il granduca aveva ordinato al gonfaloniere e agli anziani di presentarsi

“vestiti alla civile”

in effetti all’ atto di ogni successivo avvicendamento, la consegna del capperuccio sarà segnalata distintivamente assieme a quella del sigillo, delle chiavi e del gonfalone.