Il Lions Club Livorno Porto Mediceo insieme al Social Taxi inclusivo

22 Febbraio 2023 Off Di Marina Marenna

Dignità, libertà, autonomia, condivisione, diritto alla felicità. C’è tutto questo e molto di più nel “Social Taxi inclusivo”, il progetto elaborato dalla Consulta delle associazioni d’intesa con l’amministrazione comunale e portato avanti da Fabrizio Torsi. Ed è per questo che il Lions Club Porto Mediceo ha pensato di fare la sua parte per far girare per le strade cittadine il taxi che accompagna chi è in difficoltà fisica al teatro, al cinema o nei negozi. Un servizio, gratuito, che consente di fare tutto quello che fa parte della vita sociale, che a tanti sembra scontato ma dalla quale i disabili spesso sono esclusi.

L’obiettivo è superare il primo e più pesante pregiudizio che limita la partecipazione sociale delle persone con disabilità: quello per cui sarebbero fruitori passivi di servizi assistenziali anziché protagonisti della comunità di cui fanno parte.  “E’ un progetto che mi ha colpito moltissimo appena ne ho letto sui media – ha detto la presidente del Porto Mediceo Marina Marennae sono stata particolarmente felice che gli amici del club abbiano condiviso questo service”.

Il ricavato della pesca di beneficenza organizzata durante il pranzo di Natale del Lions Livorno Porto Mediceo – pesca alla quale hanno partecipato anche clienti del ristorante estranei al club – è stato consegnato durante una serata che si è svolta “Da Gangio in Banditella”. Oltre a Fabrizio Torsi, responsabile del progetto “Sociale Taxi” e presidente dell’associazione Paraplegici, l’assessore al sociale Andrea Raspanti e Sandra Biasci presidente della consulta delle associazioni.

Sono seduto da quasi 40 anni – ha detto Torsi e da allora mi batto perché siano riconosciuti a tutti la dignità, il diritto alla felicità, la possibilità di una vita piena”. Torsi ha toccato tanti aspetti della disabilità e del suo impegno quotidiano, regalando ai soci Lions pillole di coraggio e felicità.  L’assessore Raspanti ha sottolineato l’importanza del progetto “che è nato dalle associazioni, alle quali abbiamo chiesto di cosa c’era bisogno” mentre Sandra Biasci ha posto l’accento sul lungo lavoro che c’è ancora da fare per garantire i diritti ai chi ha una disabilità o meglio “una specialità”.